Molte donne si trovano nella situazione di Mary all’inizio del racconto: circa 50 anni, con un matrimonio finito, figli ormai grandi e autonomi. Un enorme senso di vuoto, in generale. Se non si possono prevedere e prevenire certi eventi, come si fa a evitare a concentrarsi esclusivamente sulla “missione famiglia” e non mettersi per anni in ultimo piano?
Ogni coppia vive una serie di tappe evolutive. L’uscita di casa della prole è un passaggio estremamente delicato che richiede la capacità di sapersi riorganizzare su nuovi obiettivi e progetti condivisi. È un momento così delicato per la maggior parte delle coppie, che si parla di sindrome del nido vuoto proprio per indicare il vissuto di mancanza e smarrimento che provano i genitori nel momento in cui i figli intraprendono un loro percorso di allontanamento. Il loro andarsene, così come la loro nascita, rappresenta di per sé un evento estremamente complesso che necessita di una riorganizzazione della coppia. Come sempre accade nelle fasi di cambiamento, ciò, può aprire ad una evoluzione positiva o rappresentare un momento di enorme criticità. Dopo anni, ci si ritrova di nuovo da soli con il proprio partner. Spesso tante coppie in modo più o meno consapevole, nonostante le difficoltà, restano insieme per i figli ed è così che d’improvviso con la loro uscita di casa, emerge tutta l’insoddisfazione e il malessere. È infatti proprio quando i figli intraprendono la loro strada che la coppia si mette alla prova e ciò che emerge è il suo stato di salute (ovvero il suo livello di malessere o di benessere). C’è ancora piacere dato dallo stare insieme? Si è rimasti uniti e complici o ci si è accorti di essere due estranei ed è tutto un castello di carta come accaduto a Roberto e Mary?
Per evitare di perdersi, occorre mantenere ben distinta l’area genitoriale da quella coniugale, ovvero tenere bene a mente che si è genitori ma che per questo non si smette d’improvviso di essere coppia. La relazione va sempre alimentata e tutelata. Preservarla implica la capacità di entrambi di fare un investimento costante e continuativo sull’altro senza mai darlo per scontato. Ma al contempo, occorre non concentrarsi soltanto sulla crescita dei figli e non trascurare se stessi. Continuare ad avere una progettualità condivisa (che può essere data dal fare dei viaggi insieme o dal coltivare interessi comuni, e così via), tornando a viversi come coppia, mantenendo in essere le proprie pulsioni e riscoprendosi anche da un punto di vista erotico e sessuale.
Quanto conta il sesso per far durare una coppia a lungo? Quali errori vanno evitati (es. non curarsi abbastanza, trascurare il partner, essere ripetitivi…)?
Sicuramente il sesso e il desiderio sessuale sono importanti per garantire la solidità di un legame a lungo. Raramente però accade nelle coppie longeve che entrambi mantengano nel corso del tempo lo stesso desiderio. La sessualità inevitabilmente cambia nel corso della relazione e spesso diminuisce nelle coppie più longeve. Un errore che va sicuramente evitato è quello di lasciarsi pervadere dalla noia e dalla routine accettando al contempo i cambiamenti che intercorrono con il trascorrere del tempo. Si cambia fisicamente ma anche interiormente. Averne consapevolezza, aiuta, così come aiuta ricevere e dare cura all’altro, mantenere attivo un buon livello di comunicazione emotiva e non soltanto su ciò che accade nel quotidiano. Prendersi cura dell’altro ma anche di se stessi.
È possibile che una parte di Mary sia sempre stata disinibita e vogliosa di trasgressione, ma per vari motivi sia uscita allo scoperto solo dopo lo shock del divorzio e la necessità di ridefinire la propria identità?
Mary si è legata a Roberto quando era una ragazza e lui è stato il suo primo ed unico uomo fino all’incontro con Kevin. Con l’età e la maggior maturità si acquisisce maggior consapevolezza anche nella sfera sessuale, ci si mette più in gioco e si sperimenta di più, tendendo ad abbattere eventuali tabù. Certamente non si può escludere che il divorzio abbia attivato in lei nuovi stimoli e il desiderio di rimettersi in gioco scoprendo una nuova identità.
Alla fine del racconto Mary è una donna libera che non deve rendere conto a nessuno se non a sé stessa. Quali consigli vorrebbe dare a lei e a chi vive situazioni analoghe per affrontare serenamente la propria rinascita personale e sessuale?
Non è sicuramente sempre facile riprendersi dopo una profonda sofferenza data dalla fine di una lunga ed importante storia di coppia. Mary non è rimasta vittima di tutto ciò ed intrappolata nel suo dolore. Ha avuto il coraggio di reagire al cambiamento sapendo cogliere con spensieratezza le opportunità accorse. E’ anche l’esempio di come il sopraggiungere dell’età e dei fatidici 50 anni, possano rappresentare un’occasione per una rinascita e per continuare a sentirsi serena ed appagata. Non esistono ricette uguali per tutti ma un consiglio comune è sicuramente quello di riuscire a capire le necessità e i desideri sopraggiunti ed accoglierli senza lasciarsene spaventare.
Tratto da Lei Style di settembre 2021