Dopo una notte tormentata, al mattino facendo colazione mi incalzavano delle domande che tornavano una dietro all’altra senza risosta: si può incontrare a più di 50 anni il bdsm e restare intrappolati dalle dominatrici? Oppure è una cosa che c’è sempre stata ed è esplosa in un momento particolare della sua vita?
Cominciamo innanzitutto con lo spiegare ai nostri lettori cosa si intende esattamente per bdsm. ll termine BDSM identifica una estesa gamma di pratiche relazionali e/o erotiche che consentono di condividere fantasie sessuali basate sul dolore, dove c’è uno squilibrio di potere e/o l’umiliazione tra due o più partner adulti e consenzienti che traggono piacere e soddisfazione da queste pratiche.
Diverse e variegate sono quindi le pratiche che possono essere ricondotte a queste macrocategorie in cui ogni soggetto potrebbe mostrare interesse e curiosità anche soltanto a una o a molte di queste. Il BDSM è infatti una sigla, il cui acronimo sta ad indicare: il Bondage, ovvero l’immobilizzazione del partner; la Dominazione e Sottomissione; il Sadismo e il Masochismo.
È comprensibile lo stupore della nostra lettrice, così come la domanda che si pone. Ogni persona ha però una sua modalità specifica di approccio al mondo BDSM ed una particolare fase di età in cui inizia a sperimentare queste pratiche, non è pertanto possibile capire, in base agli elementi che ci vengono narrati, se nel caso del marito, tutto ciò sia iniziato ad oltre 50 anni di età o se invece è un qualcosa di esploso in una fase precedente della sua vita. Occorre comunque tenere presente che i giochi erotici legati alla sottomissione, possono non soltanto avere infinite sfumature e assumere forme diverse in grado di spaziare da semplici fantasie e giochi mentali, ma possono anche arrivare a stimolazioni fisiche molto intense al punto da non escludere dolore. Bisogna anche aggiungere che sono pratiche più diffuse di quanto si possa pensare, tant’è che da ricerche effettuate nei Paesi industrializzati, è emerso che un adulto su sei ha fantasie erotiche di questo tipo e ben uno su dieci le ha realmente agite in modalità più o meno intense.
Un ulteriore dato emerso, è che la maggior parte delle persone che praticano BDSM vive le proprie inclinazioni fondamentalmente in modo egosintonico, ovvero con una ricerca di appagamento puramente personale per sé stesso.
La cosa che mi dà più fastidio, in questa situazione assurda, è che lui ha sempre giudicato chi tradiva e chi si dedicava a pratiche particolari, mi chiedo: è un alibi o davvero ne è convinto?
Anche in merito a ciò e non conoscendo il marito della nostra protagonista di questa storia, è molto difficile poter dare una risposta specifica e rispondente alla singola situazione. Esiste una larga varietà situazionale. Ci sono persone che si vivono queste esperienze senza attivare alcun legame affettivo e in modo estremamente scisso dal proprio legame sentimentale prevalente. In generale, ciò che genera piacere sta proprio nel fatto che le persone sottomesse riconoscono di avere un’intensa eccitazione sessuale derivante proprio dall’atto di essere umiliati e assoggettati. Non c’è affetto, né intimità, questo può generare la convinzione di non agire un tradimento, vivendo questa esperienza in modo assolutamente a sé da tutto il resto.
Inoltre, è bene dire che l’esperienza che ci arriva dallo studiare forme di sessualità alternative mette in risalto un’infinità di sottoculture erotiche anche più delimitate di quella del BDSM, seppur con modalità sostanzialmente simili. Nel momento in cui ci si avvicina a tutto ciò, è sicuramente utile avere un approccio non giudicante ma al contempo cercare di andare a fondo per meglio comprendere le reali dinamiche sottostanti.
E poi: cosa faccio, come mi comporto, cosa scelgo?
Considerato lo sconvolgimento conseguito alla scoperta fatta, sarebbe consigliabile rivolgersi ad un professionista esperto che possa aiutare la signora a meglio comprendere come poter gestire ed affrontare tutto questo capendo in quale direzione vorrà decidere di andare, soprattutto al fine di evitare agiti impulsivi e non riflessivi e soprattutto cercando anche di comprendere se realmente desidera andare avanti nel rapporto con suo marito o se la perdita di fiducia e la delusione avranno il sopravvento, così da meglio comprendere la scelta che vorrà fare per la sua vita futura.
tratto da Lei Style di marzo 2023