La coppia fornata da Maurizio Ferrini e Sara Guglielmi è basata sull’amore e sul rispetto, si sono conosciuti anni fa e ancora oggi il loro amore sembra andare oltre, a loro si sono uniti anche i due figli che lei ha avuto dal suo precedente matrimonio purtroppo finito da tempo
Quando e come vi siete incontrati la prima volta?
Sara – A Roma, lavoravo in un noto e prestigioso ufficio stampa (Francesca Martinotti) e fu lei a mettermi in contatto con Maurizio per un lavoro che lei non poteva seguire.
Maurizio – Grazie a Francesca Martinotti a cui sarò grato a vita!
Quando avete capito che fra voi c’era un feeling particolare?
Sara – in quel periodo mi stavo separando e Maurizio da subito mi fu vicino, vivevo una tragedia, aggravata dal fatto che il mio ex credeva che lo stessi lasciando per Maurizio. C’era qualcosa di più importante dietro, Maurizio aveva capito che io avevo molto da dare e che neanche io l’avevo capito… Mi ha aiutata a trovare in me una nuova prospettiva di vita sino a quel momento nascosta
Maurizio – Fu un incontro magico dal primo minuto. Capii di avere di fronte una donna speciale e molto bella, ma verso cui però non provavo attrazione fisica ma una intensa attrazione spirituale.
Non fate mistero che non c’è niente di fisico fra voi, ma che comunque vi sentite e siete famiglia. Ci potete spiegare meglio?
Sara – E’ così noi ci consideriamo famiglia perché semplicemente ci prendiamo cura l’uno della altra. Poniamo una attenzione reciproca alle nostre vite senza neanche dircelo e Maurizio in ogni progetto e pensiero lavorativo include i miei figli. Siamo però liberi di vivere il nostro tempo libero come vogliamo ma non va detto… Noi sappiamo di essere profondamente uniti da stima affetto interessi comuni voglia di spazi liberi. In questa epoca è complicatissimo costruire e mantenere un rapporto. Dopo una ulteriore grandissima delusione di una relazione “fantasma” che stavo vivendo io sinceramente ora sono felice così.
Maurizio – Il rapporto più elevato che ci sia è quello all’interno dei membri della famiglia. Accade di percepire un senso di appartenenza con persone che va oltre l’amicizia, appunto di sentirsi Famiglia con loro.
Vi siete incontrati in un momento down di entrambi. La Signora Coriandoli aveva perso smalto e Sara aveva un trascorso burrascoso aggravato da un figlio autistico. Come vi siete aiutati reciprocamente?
Sara – La disabilità è complicata da gestire, qualsiasi essa sia. Lo Stato attraverso i suoi operatori ha disatteso di comprendermi e di assistermi. Ho immediatamente notato una forte discriminazione tra famiglie cosiddette “regolari” composte cioè da madre-padre-figli-buon reddito, e le altre con genitori separati e con condizioni economiche non ottimali.
Non solo per mia esperienza, gli operatori dello stato hanno molto spesso preconcetti superficiali che non riconoscono le vere necessità delle famiglie. Quindi costruiscono progetti poco funzionali, prima di tutto ti fanno sentire in difetto è poi se ce la fai a sopportare il loro “carattere distruttivo” ti arriva qualcosa. Maurizio mi ha sempre ascoltato. Ascoltava le cose tecniche e le mie difficoltà e subito dopo mi diceva degli aneddoti per farmi tornare il buon umore… entrambi abbiamo la capacità di distruggere tutto ciò che ci capita con l’umorismo… la maggior parte delle storie che sentite in tv hanno punte di verità e su ogni mio dramma c’è una storia che fa ridere… alcune non le possiamo raccontare
Maurizio – Confermo come testimone che ha assistito e vissuto i drammi di Sara nei confronti delle Istituzioni socio-sanitarie romane. Ho visto una sottocultura priva di sensibilità sociale contro i meno abbienti che gioca a intimidirli forte del loro “poterino”.
Potevo solo alleviare le condizioni oggettive in cui si trovava, poiché anch’io ero in condizioni economiche non proprio floride. Ricorrevo all’ironia e cercavo di sdrammatizzare, ma la situazione restava difficile. Ricorrevo alle mie amicizie per aiuto e assistenza, infatti, da loro ho avuto risposte immediate, affettuose e più che soddisfacente.
Escludete che il vostro possa diventare un rapporto da tutti i punti di vista
Sara – una cosa è certa, non abbiamo intenzione di allontanarci, inoltre abbiamo dei vincoli lavorativi che ci terranno uniti 🙂
Maurizio – Posto che non si può essere certi di nulla, io mi auguro che Sara trovi il suo compagno di vita che l’ami almeno quanto me, e so che lei desidera lo stesso per me. Meglio di così…
Il parere della psicoterapeuta Elisa Caponetti
Il rapporto speciale raccontatoci da Sara e Maurizio sembra davvero possedere delle caratteristiche tipiche dei legami familiari caratterizzati da amore e rispetto, ma anche dal sapersi prendere cura l’uno dell’altro, dandosi attenzione reciproca, ascolto e aiuto concreto per i figli. Oggigiorno esistono tanti modi diversi di essere famiglia. Affianco al modello tradizionale se ne sono aggiunti di nuovi e ognuno di noi può appartenere a più famiglie (quella in cui è cresciuto, quella costituitasi con il matrimonio, e perché no, quella formata da legami di amicizia speciali).
Sicuramente ciò che ci raccontano Maurizio e Sara e che caratterizza la loro relazione è il sentire di appartenere ad un “nucleo affettivo” dove all’interno entrambi donano e ricevono amore, sostegno, presenza e rappresentano stabilità per l’altro, essendo riusciti a costruire un legame unico e basilare. In fondo la famiglia è proprio questo. E’ il luogo in cui ci si sente sostenuti e amati. Tutto ciò garantisce un vero e proprio nutrimento umano e psicologico che aiuta a garantire una serenità e a superare le criticità della vita. E ciò è proprio quanto accaduto ad entrambi. Il loro incontro ha rappresentato arricchimento reciproco e un appoggio concreto nell’affrontare anche le proprie difficoltà personali.
L’assenza di una sessualità che caratterizza la loro relazione nulla toglie alla bellezza di questo legame. Entrambi sono molto chiari e trasparenti su questo e su ciò che rappresentano l’uno per l’altro. In fondo i componenti di una famiglia sono legati da una interdipendenza reciproca diretta all’appagamento dei rispettivi bisogni affettivi e in loro c’è tutto questo.
Sicuramente l’essersi incontrati in un momento di estrema difficoltà per Sara, che stava elaborando la fine del suo matrimonio e sentiva il carico di dover gestire da sola un figlio con disabilità, ha favorito l’instaurarsi di un legame forte ed autentico. Dal canto suo Maurizio ha dimostrato di avere grandissima sensibilità oltre che spessore umano. La loro storia è sicuramente un esempio vincente e testimonia l’importanza della presenza nelle nostre vite di amici speciali.
In merito invece alla difficile esperienza che Sara ha avuto con le Istituzioni e con gli operatori sociosanitari, dispiace constatare il suo vissuto di non accoglienza, comprensione e assenza di supporto in quanto è sicuramente importante ricevere sempre risposte adeguate dai servizi deputati. Occorre però dire ai tanti lettori che ci leggono, che fortunatamente non tutti i professionisti che lavorano in ambito clinico e sociale mancano di competenza e sensibilità, elementi tra l’altro indispensabili per chi si avvicina e prende in carico storie di così tanta elevata sofferenza e criticità. Non tutti hanno la fortuna di potersi appoggiare ad un amico speciale condividendo con lui il peso e le fatiche della gestione quotidiana legate alla disabilità di un figlio.
Tratto da Ora di luglio 2023