Quando si decide di partecipare ad un reality come il Grande Fratello occorre essere consapevoli che emergeranno tratti di personalità e del proprio carattere che solitamente non compariranno in altri contesti, facendo venire meno la dualità esistente tra l’immagine costruita in tanti anni di carriera legata all’essere un personaggio pubblico e la persona che si è nel proprio quotidiano e con i propri cari quando i riflettori sono spenti e si dismettono i panni legati all’assunzione di un proprio ruolo professionale.
In una società in cui prevale il desiderio di apparire e dove siamo pervasi da vite basate sull’inganno, indossando maschere che consentono di mostrarsi in modo diverso da come si è veramente pur di venire accettati dagli altri e riscuotere facili consensi, ben venga chi ha la forza e il coraggio di mostrarsi per come realmente è. Siamo purtroppo abituati a vedere identità falsate e personaggi pronti ad adeguarsi alle richieste che ci pervengono dal mondo esterno con costanti aspettative di omologazione sociale interpretando ruoli nei quali ci si identifica spesso a seconda del diverso contesto in cui ci si trova, vestendo abiti diversi con persone diverse (famiglia, lavoro, amici, ecc.) arrivando a convincersi di essere ciò che si interpreta. Tutto ciò allontana dalla vera identità che ognuno di noi possiede distaccandosi così dalla parte maggiormente autentica e istintiva che abbiamo arrivando ad annullare se stessi per assoggettarsi alla società, divenendo così sempre meno liberi e rinunciando a ciò che si è in nome dell’immagine e dell’esteriorità, per paura di venire giudicati e per timore di non piacere abbastanza.
Attilio Romita ha saputo scindere tutto ciò e ha mostrato di non avere paura di tirare fuori aspetti di sé anche un po’ scomodi. Accettare quindi di partecipare ad un programma di questo tipo richiede sicuramente coraggio e voglia di mettersi in gioco. All’interno della casa più spiata dagli italiani, non è sempre facile nascondere le proprie criticità e mantenere sempre un controllo su se stessi soprattutto quando la permanenza si prolunga. Restare isolati senza affetti e senza poter contare sulle proprie abitudini quotidiane può rendere maggiormente vulnerabili soprattutto un uomo che svolge la professione di giornalista che è quindi abituato ad essere costantemente informato. Vivere una situazione di segregazione prolungata può infatti generare reazioni diffuse di nervosismo, frustrazione, irritabilità, noia, ma anche confusione. Tutto ciò può far ricorrere ad attuare strategie disadattive di gestione dello stress e rendere più fragili.
In Attilio Romita ha sicuramente prevalso l’essere piuttosto che l’apparire anche se a volte a suo discapito. Quando ha assunto comportamenti sbagliati, ha saputo comunque chiedere scusa al suo pubblico e alla sua compagna. Se un legame è realmente solido e di valore, è meno difficile perdonare e superare le piccole e grandi ferite subite, pur nella consapevolezza di aver visto qualcosa nell’altro che ci piace poco o che non avremmo mai immaginato.
Ha dimostrato di essere una persona sicuramente molto eclettica, discostandosi anche molto dall’immagine più seriosa che di lui tutti conoscevano. Tutto ciò richiede forza ma anche una profonda conoscenza di se stessi nonchè il sapere affermare senza alcuna esitazione la propria identità senza avere paura dell’impatto del giudizio degli altri o senza temere di perdere facili consensi.
tratto da Mio Star di Luglio 2023