Le protagoniste, Milena e Nora, sono una etero reduce da un matrimonio finito e da un divorzio sofferto. Ha due figli grandi, possiamo ipotizzare una signora adulta, matura. L’altra è omosessuale dichiarata. Sono sempre più frequenti, per la sua esperienza clinica, queste storie?
Sicuramente oggi è sempre più frequente osservare una fluidità sessuale. La linea di demarcazione tra l’etero e l’omosessualità a volte può essere poco utile. Il comportamento sessuale è un qualcosa di estremamente complesso che può variare nel tempo a causa di molteplici fattori. Il modello culturale universale ci impone la coppia simbolica dell’uomo e della donna. Spesso questi modelli sono legati alla necessità di doverci conformare a delle etichette che per molte persone costituiscono delle vere e proprie forzature. E’ rassicurante il fatto di poter delimitare la sessualità in uno specifico ambito ma ciò al contempo limita la libera espressione personale e tende a generare discriminazioni. Crescendo si raggiunge una maggior maturità e sicurezza in se stessi sentendosi più liberi e forti di poter andare oltre queste definizioni esterne accettando le proprie diverse inclinazioni e lasciandosi vivere esperienze anche di diversa sessualità. E’ per questo che storie come quelle di Milena e Nora accadono con frequenza. Quando si è più giovani è più facile che tali pulsioni vengano represse per una serie di motivazioni anche sociali, familiari e culturali (matrimonio, figli, ecc.) poi, comunque, prima o dopo emergeranno. Solitamente si ha però consapevolezza di ciò sin da giovani. Tutti evocano una voce interiore che diviene poi certezza, ognuna sa internamente qual è il proprio orientamento sessuale. Purtroppo tuttora non è sempre facile dichiarare l’amore per una persona dello stesso sesso. Molto dipende anche dal sostegno o meno dato dalla propria famiglia d’origine e dalla forza interiore della persona.
A Milena sono sempre piaciuti gli uomini. L’attrazione per Nora, e la passione a cui si abbandona, oltre ad avere una componente “chimica”, a livello emotivo può essere una risposta al dolore che ha vissuto prima di conoscere la nuova compagna?
Attenzione a non cadere in facili generalizzazioni. Non tutte le persone che vivono momenti di profondo dolore, reagiscono vivendo poi un rapporto omosessuale. Moltissimi eterosessuali nel corso dell’intera vita non saranno mai attratti da persone dello stesso sesso, così come moltissimi omosessuali non sentiranno attrazione per persone di sesso opposto. Ci sono poi situazioni in cui, sia uomini che donne, nel corso della loro esistenza, potranno sperimentare un’unica relazione diversa rispetto a quello che è il loro abituale orientamento sessuale, per poi riprendere la propria abituale attitudine.
Può certamente succedere che una forte delusione matrimoniale o l’accumulo di altre sofferenze, faccia esplodere arrivando ad un momento in cui non si riesce più a far finta di niente abbandonandosi alle proprie pulsioni e lasciando andare i propri freni. E così, come è avvenuto a Milena, un semplice incontro occasionale, ha fatto sì che Ella abbia potuto rimettersi in gioco, trovando il coraggio di viversi una storia in modo leggero e spensierato lasciando andare tutto il dolore subito. Ciò non significa che necessariamente Milena sia omosessuale. Diffuse sono le situazioni di bisessualità.
L’unica regola dell’amore, in qualsiasi sua forma, è che… non c’è una regola! Immaginiamo valga anche per l’amore saffico. Ci sono stereotipi con cui questo tipo di sentimento e di relazione erotica viene ancora giudicato?
Gli stereotipi possono aiutare erroneamente a semplificare la realtà. Se noi adottiamo un modello rigido, ricorrente e convenzionale, inevitabilmente favoriamo il sorgere e il mantenimento di pregiudizi. Purtroppo ancora oggi sono tanti i preconcetti legati all’identità e all’orientamento sessuale. E’ molto comune considerare le donne fragili, deboli, sentimentali (attribuendo così un’accezione negativa data dall’essere sentimentali) soltanto in quanto donne, o gli uomini invece ritenerli forti e razionali soltanto in quanto uomini, o ai ruoli assolti in società (le donne sono mogli e madri; gli uomini lavorano e mantengono la famiglia). Tali stereotipi sono ancora più diffusi se pensiamo alle relazioni sessuali. Le lesbiche giocano tutte a calcio, l’omosessualità nasce da un’avversione verso l’altro sesso, o ancora, le coppie omosessuali hanno minore stabilità rispetto a quelle eterosessuali, o i bisessuali sono persone confuse. Esempi di questo tipo di pregiudizi sono davvero tanti.
Che consigli si sentirebbe di dare, per quello che ovviamente si può sapere parzialmente dal racconto, a Milena, che affronta una simile relazione per la prima volta, e a Nora, che magari un giorno potrebbe perdere Milena per un nuovo uomo-rivale?
Abbandonarsi alle loro emozioni, vivendosi questo magico momento nella consapevolezza che nessuna relazione, anche eterosessuale, ha certezza di poter durare per sempre.
Tratto da Lei Style di marzo 2021