Loredana Bertè sa esternare i suoi sentimenti e le sue emozioni più profonde, dimostrando di essere sopravvissuta ai dolori e alle ferite ricevute dalla vita
Spesso giudicata e contestata, oltre che acclamata. Il suo testo “Pazza” dovrebbe essere un monito per ognuno di noi
E come accade tutti gli anni Sanremo riscuote consensi e contestazioni. E’ normale sia così. Tanto si è detto e tanto ancora si dirà. Tra i molti cantanti che hanno preso parte alla kermesse musicale, merita sicuramente grande attenzione Loredana Bertè, artista poliedrica dalla personalità complessa che riesce sempre ad incarnare e a racchiudere in sé una molteplicità di aspetti. All’apparenza dura e tosta ma al contempo fragile e capace di regalarci grandi emozioni. Si è sempre messa a nudo donando al pubblico il proprio mondo interiore: dolori, fragilità, insicurezze.
Ha sempre avuto la forza di mostrare la sua unicità sapendosi discostare da una visione di sé artefatta e ha mostrato di saper riscuotere consensi non conformandosi a stereotipi di massa. Sempre autentica, diretta e sincera, non si è mai sottratta anche agli attacchi ricevuti. Loredana Bertè sa esternare i suoi sentimenti e le sue emozioni più profonde, dimostrando di essere sopravvissuta ai dolori e alle ferite ricevute dalla vita. Spesso giudicata e contestata, oltre che acclamata. Il suo testo “Pazza” dovrebbe essere un monito per ognuno di noi:
“Non ho bisogno di chi mi perdona io, faccio da sola, da sola
E sono pazza di me Sì perché mi sono odiata abbastanza”.
La capacità di sapersi perdonare e riappacificare è un auspicio per tutti. Sapere credere in se stessi, riconoscere il proprio valore, uscire dai giudizi degli altri, la forza di accettare anche i propri errori accogliendoci per come realmente siamo e riconciliandoci con il passato. Spesso i peggior giudici di noi stessi siamo proprio noi! Il bisogno di accettazione ci espone a dipendere maggiormente dal giudizio degli altri, modellando la nostra personalità più per rispondere alle aspettative e alle pressioni sociali che non a noi stessi, divenendo così più fragili e maggiormente dipendenti dagli altri andando a strutturare oltre che un falso sé anche false relazioni cadendo vittime di agiti manipolativi e rapporti tossici.
Tutto ciò ci espone maggiormente anche a subire possibili agiti violenti.
In un mondo che ci spinge all’omologazione e al valore superficiale delle cose e delle persone e che facilmente ci espone agli attacchi esterni, recuperiamo la forza di riconoscere il nostro valore senza dare agli altri il potere di abbatterci.
Grazie Loredana!