Sono tanti i genitori che non resistono nel condividere sui social il sorriso o l’espressione buffa del proprio pargolo, ma è un tema che merita attenzione
Le mamme 2.0 si dividono in tre gruppi. Ci sono quelle che condividono ogni singolo progresso dei propri figli, sin dalla lineetta positiva sul test di gravidanza, e quelle che “I miei figli sui social mai!”. E poi ci sono loro: quelle che probabilmente non sanno bene come gestire la cassa di risonanza che può avere il web, ma che non resistono all’impulso di condividere con gli amici in Rete i momenti quotidiani con i propri pargoli e trovano il compromesso con le tanto amate/odiate emoticon che coprono i visi dei più piccoli. Perché, diciamolo, la materia “social e minori” è così complessa che effettivamente è difficile capire quale sia la strada da percorrere. Per questo abbiamo deciso di scavare un po’ più a fondo nell’argomento insieme alla psicologa Elisa Caponetti.
QUALI RISCHI?
Lo sharenting, come è detto il fenomeno di condividere sui social le foto dei propri figli, molto spesso è legato anche a un business economico estremamente rilevante: basti pensare, per esempio, agli influencer e ai baby influencer di cui il web è ormai invaso. Ma se lo possono fare i vip, che hanno un seguito di milioni di follower, perché mai non potresti farlo tu, che hai tra i seguaci solo gli anici e qualche compaesano? La questione, però, non è così semplice.
La domanda corretta è: è giusto lasciare ai genitori il diritto di fare ciò che si vuole delle immagini dei propri figli? “Il fenomeno – ha ammesso l’esperta – è estremamente complesso e non è esente da rischi e lati oscuri. Com’è noto, infatti, le foto pubblicate possono divenire oggetto di materiale pedopornografico. Una volta che le immagini vengono inserite sul web se ne perde completamente il controllo. Possono anche essere utilizzate per furti d’identità o adescamenti online, o ancora, cyberbullismo”.
QUESTIONE DI PRIVACY
“Siamo invasi da foto di bimbi mentre fanno il primo bagnetto o il primo dentino caduto, la prima pappetta, il primo giorno di scuola e così via… C’è quindi sicuramente un discorso di privacy e di accordo di entrambi i genitori nell’autorizzare la pubblicazione di fotografie o video dei figli minori online e sui vari profili social. Aspetto che si complica nelle molte separazioni coniugali in cui non c’è l’accordo di entrambi: la pubblicazione di foto di minori senza il consenso di tutti e due i genitori è infatti illecita”, ha chiarito Caponetti.
Ma c’è anche un altro aspetto da considerare, forse ben più importante: tuo figlio, una volta cresciuto, apprezzerà il fatto di essere stato esposto mediaticamente senza alcun freno e, soprattutto, senza essere stato consenziente alla pubblicazione dei suoi scatti più privati? Domandatelo la prossima volta che stai per postare in Rete quell’immagine così buffa del tuo pargolo sul vasino…
ASPETTI PSICOLOGICI
Quali altri rischi sono correlati alla sovraesposizione dei propri figli sui social? “Occorre considerare gli aspetti psicologici che possono generare seri criticità e danni”, ha detto Caponetti. “Un’eccessiva esposizione può favorire la possibilità di sviluppare un falso sé e l’esternazione di una non reale autenticità – ha affermato la psicologa – Ancora, c’è il rischio che si cresca con la difficoltà di imparare a tutelare aspetti della propria vita che devono restare intimi: in questo modo può diventare difficile per il minore differenziare la sfera pubblica da quella privata”. Avviene, dunque, secondo la nostra esperta, un processo di costruzione della propria realtà distorta, che sarebbe opportuno correggere.
RELAZIONI FALSATE
C’è poi un’altra criticità che potrebbe essere favorita dalla condivisione senza freni degli scatti privati di tuo figlio: il rischio è che il bambino crei una struttura di personalità e una identità basate più sulle aspettative degli altri che non sui propri reali bisogni. “Gli scambi relazionali prevalenti agiti sul web, infatti, sono falsati arrivando a far prevalere relazioni virtuali rispetto a quelle reali senza rendersi conto del rischio insito in tutto ciò di sviluppare un isolamento e un individualismo esasperato per cui ogni interesse è accentrato su di sé e tutto il resto, ogni realtà oggettiva che non rientri nella propria sfera d’interessi, viene decisamente ignorata. Tutto ciò – ha spiegato la psicologa – tende a incentivare un aspetto puramente narcisistico.
Attraverso la diffusione di immagini comunico chi sono e chi voglio essere, foto in cui spesso non c’è spazio per l’imperfezione. E così la foto perfetta si confonde e si assume come immagine reale, annullando la differenza tra come realmente sono e come invece mi mostro. E proprio chi dovrebbe tutelare i figli, educando a valori opposti, li espone a tutto ciò: i genitori – ha concluso Caponetti – sono spesso inconsapevoli e vittime a loro volta del bisogno di conferme e like”. E allora che si fa? L’appello della nostra esperta è chiaro: “Cari genitori – ha detto – ricordiamoci che i bisogni dei nostri figli non necessariamente debbono corrispondere ai nostri!” .
Tratto da Acqua & Sapone di aprile 2023